Immaginate una grande piazza illuminata dalla luce del tramonto ...
Iniziamo dalla location: superba.
Piazza del Duomo è sicuramente un vanto della città di Trento, aperta e ricca di storia, risulta un luogo perfetto dove riposarsi o appunto prendere un aperitivo e perchè no un pasto veloce.
L'allestimento: molto curato, tavolini forniti di posate classiche coordinate alle tovaglie e posatine di legno (che personalmente trovo graziosissime), candela per creare la giusta atmosfera e comodi cuscini sulle sedie.
Un grande tavolo con tovagliato bianco con protagonisti indiscussi i coloratissimi finger food.
Poco più in là altri tavoli di altezza superiore sui quali si può aperitivare in piedi, chiacchierando ed osservando le varie tipologie di persone che popolano la piazza.
Poco più in là altri tavoli di altezza superiore sui quali si può aperitivare in piedi, chiacchierando ed osservando le varie tipologie di persone che popolano la piazza.
Il food: buono ma non eccellente.
diciamo che da un ristorante stellato Michelin ci si potrebbe aspettare di più, ma non in fatto di qualità (ottima) , bensì di fantasia.
Capisco però che trattandosi di un aperitivo a buffet e a prezzo fisso, il menù non potesse essere come quello del ristorante vero e proprio, che la stella invece se la merita eccome.
diciamo che da un ristorante stellato Michelin ci si potrebbe aspettare di più, ma non in fatto di qualità (ottima) , bensì di fantasia.
Capisco però che trattandosi di un aperitivo a buffet e a prezzo fisso, il menù non potesse essere come quello del ristorante vero e proprio, che la stella invece se la merita eccome.
Il piatto, servito al tavolo, era composto da un carpaccio di salmone, tenero ma non troppo saporito, una mazzancolla in veste croccante, servita su uno spiedino, un insieme gradevole e invitante, sicuramente sfizioso.
Il cous cous semplice e profumato con verdurine come zucchine, carote e peperoni, delicato e piacevole, era perfetto anche per chi non andasse molto d'accordo con i sapori etnici.
Ciò che ho più gradito sono state le squisite "Sarde en saor", condite con delle cipolle molto delicate, assieme al tocco dolce dell'uvetta e servite sulla classica fetta di polenta bianca, erano cucinate alle perfezione.
Thumbs up anche per la classica bruschettina con pomodori e basilico, pane ben tostato e un profumino irresistibile d'aglio (che nella bruschetta è indispensabile!).
Sublime, anzi di più, lo spumante Altemasi Riserva Graal, anche spumante dell'anno secondo la guida "Vini d'Italia 2010" del Gambero Rosso.
Il servizio: i camerieri erano molto tesi, immagino che comunque non sia stato facile gestire e servire all'esterno del ristorante così tante persone, ad ogni modo sono stati molto gentili, professionali e ben disposti nello spiegare la serata a chiunque lo chiedesse.
Nota di merito per il ragazzo che ci ha seguite, a cui però non ho chiesto il nome, si è dimostrato rilassato, disponibile e molto simpatico.
Concludo con una considerazione che vuole essere decisamente più satirica che acida, ed è rivolta esclusivamente al pubblico presente, non certamente all'organizzazione o allo staff, quindi non me ne vogliate:
se vi sentite di appartenere alla ricca borghesia in decadenza (e che puzza anche un po' di naftalina), non indugiate oltre, tirate fuori dall'armadio il bauletto Vuitton e correte a pavoneggiarvi davanti a persone del vostro stesso ceto, non preoccupatevi anche se il sopracitato bauletto è tarocco, gli altri saranno talmente occupati a badare ai loro capelli, tacchi e giacche&cravatte malgrado i 40° di temperatura, che non lo noteranno di certo.
Lasciato il beneficio del dubbio in quanto trattavasi di una delle prime serate, ci tornerò sicuramente, l'ambientazione è incantevole.